Carla Gravina nasce a Gemona del Friuli il 5 agosto 1941. Il padre era colonnello dell’esercito, originario del Molise, che nel lungo peregrinare - come capita ai militari - si è trovato ad un certo punto nell’incanto dei panorami friulani, pur in quegli anni difficili, di guerra, in una terra di confine. Un ricordo che Carla custodisce anche quando si trasferisce a Roma. E’ il 1957, ha 15 anni: un grande regista, Alberto Lattuada incontra per caso la giovane friulana e le propone il film d’esordio, “Guendalina”. Lei dimostra gran temperamento, notevoli doti, sensibilità d’attrice e si rivela giusta per la parte. Tanto che nel ‘58 recita con i grandi - Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale - in un film famoso, di culto, come “I soliti ignoti” di Mario Monicelli.”Ero così timida - dice la Gravina - ma davanti alla macchina da presa, disinvolta, ho parlato anche in friulano.”
Ma la Gravina è indimenticabile soprattutto per uno sceneggiato televisivo del 1971, “Il segno del comando”, una storia di misteri e di sovrannaturale curata e ben costruita, che ha avuto subito i favori del pubblico. Brava lei e bravo l’altro protagonista, Ugo Pagliai, come Rossella Falk e Massimo Girotti, diretti da Daniele D’Anza.
Il 1960 è l’anno che vale una vita. Debutta a teatro a Verona con “Romeo e Giulietta”. E Romeo è Gian Maria Volonté, che diventa suo compagno anche nella vita. Una coppia di attori di primo piano: Volonté interprete raffinato di film rimasti nella storia e nella memoria degli italiani. Hanno una figlia, Giovanna, che prende il cognome Gravina, perché Il padre è sposato. “Nei primi anni sessanta - racconta la Gravina - non era tollerata una storia d’amore con un uomo sposato e una figlia nata fuori dal matrimonio. Ci fu uno scandalo e il cinema mi chiuse le porte. Non mi facevano lavorare. Ricevetti molti insulti, però tante donne mi scrissero lettere di incoraggiamento”.
Giovanna Gravina Volonté da anni organizza a La Maddalena, in Sardegna, “La valigia dell’attore”, festival cinematografico di grande qualità e successo, dedicato proprio a Gian Maria Volonté. Anche Carla Gravina è legata al magnifico arcipelago del nord Sardegna. Era lì, metà anni ottanta, per la prima edizione del premio dedicato al celebre sceneggiatore Franco Solinas. Chiacchierava amabilmente con Francesco Rosi, Costa Gavras, Lea Massari e altri grandi attori e attrici. Forse ricordava gli inizi, quando la giovane friulana prende sul serio la carriera, studia, s’iscrive al centro sperimentale di cinematografia e interpreta film d’impegno. Due dei migliori registi italiani per lei: nel ‘67 Gianni Puccini la dirige ne “I sette fratelli Cervi”; nel ‘68 la Gravina e Volonté interpretano “Banditi a Milano”, regia di Carlo Lizzani.
Carla Gravina ha recitato in oltre trenta film tra cui “Alfredo Alfredo” di Pietro Germi e “La terrazza” di Ettore Scola. Poi è venuto il momento del teatro, con i massimi talenti alla guida, Giorgio Strehler, Luca Ronconi e Giancarlo Cobelli. Tra le interpretazioni spicca “Mirandolina” ne “La locandiera” di Carlo Goldoni. Conclude la carriera cinematografica nel 1994, con il film “iI lungo silenzio”, diretto da Margarethe Von Trotta.
Ha vissuto anche una fase politica. Carla Gravina nel 1980 è entrata in Parlamento:”Mi avevano chiesto di candidarmi per il Partito Comunista nella circoscrizione Milano-Pavia, sicuri (loro e io) che non sarei passata. Sono risultata prima dei non eletti. Luigi Longo muore, e chi lo sostituisce? La Gravina! Che vergogna, prendere il posto dell’ex segretario del Pci! “
Volonté non c’è più. Riposa a La Maddalena, l’Isola amata, dove ha fatto anche l’istruttore di vela. Ma si erano già lasciati. Dice Carla Gravina:”Una sera esco con gli amici, andiamo al ristorante, Gian Maria era lì con Mireille Darc. Mano nella mano, occhi negli occhi”. Ma è stato un grande amore, che non si dimentica. Carla Gravina oggi ha 82 anni. Da quando si è ritirata, ha girato il mondo, ha vissuto tra le sue cose e i ricordi. Pensa con affetto al padre di sua figlia, di Volonté dice:”Ha regalato se stesso ai personaggi che ha interpretato, e ce li ha lasciati. Riscoprirli è una lezione di cinema, di vita, di rigore. Ne abbiamo bisogno.” E abbiamo bisogno anche di rivedere il cinema di Carla Gravina, attrice indimenticabile